Sul supplemento ordinario n. 53 alla Gazzetta ufficiale n. 71 del 24 marzo scorso è stata pubblicata la Legge 24 marzo 2012, n. 27 recante conversione in legge, con modificazioni, del Decreto Legge n. 1/2012 (cd. “Decreto Liberalizzazioni”), emanato con lo scopo di introdurre nel nostro ordinamento delle norme volte a migliorare la qualità della vita dei cittadini e la competitività dell’economia attraverso il miglioramento della produttiva generale.
In particolare, per quanto riguarda le misure destinate ad apportare maggiore concorrenza e competitività al mercato, si introducono quelle norme che prevedono una diversa regolamentazione sul lato dell’offerta dei servizi (è il caso di farmacie, notai, taxi, ecc.).
Sono, quindi, previste una serie di disposizioni che mirano da un lato a semplificare e a deregolamentare, dall’altro ad introdurre meccanismi di trasparenza, equità e concorrenza nelle professioni ed a favore della libera impresa.
In allegato uniamo una scheda riepilogativa contenente una breve sintesi delle principali disposizioni contenute del provvedimento.
Peraltro, con l’approvazione del “pacchetto liberalizzazioni” – su cui il Governo ha posto il voto di fiducia – la Camera dei Deputati ha approvato anche una serie di Ordini del giorno con cui impegna il Governo ad introdurre ulteriori provvedimenti correttivi e/o integrativi su svariate materie quali: l’azzeramento delle commissioni bancarie per la concessione di linee di credito; l’assegnazione delle frequenze TV digitali (cd. “beauty contest”); la liberalizzazione del mercato postale; l’esclusione dall’applicazione dell’IMU per il settore agricolo (terreni agricoli e fabbricati rurali); l’apertura di una tavolo di concertazione per il settore auto.
In particolare, la conversione in legge del decreto sulle liberalizzazioni ha fatto emergere un punto controverso, per il quale si è ritenuto necessario intervenire con alcune misure correttive, attraverso un apposito decreto legge approvato dal Consiglio dei Ministri (D.L. 24/3/2012 n. 29) che recepisce l’Ordine del giorno firmato dalle forze di maggioranza alla Camera con cui si prevede l’introduzione di meccanismi di monitoraggio dell’accesso al credito, con particolare riguardo alle PMI.
La misura viene incontro all’esigenza avvertita nel tessuto produttivo – e in particolare da parte delle piccole e medie imprese – di rendere più efficienti le procedure di erogazione dei finanziamenti da parte delle banche. A tale scopo, si è delineato un tipo di verifica non invasiva su questa fondamentale attività bancaria, prevedendo l’istituzione di un ufficio pubblico, tecnicamente qualificato. L’osservatorio, che si avvarrà delle strutture ministeriali già esistenti, eserciterà le seguenti competenze: a) può attivarsi per richiedere, se ve ne sono gli estremi, un riesame da parte della stessa banca di sue decisioni negative; b) può formulare raccomandazioni volte a migliorare i processi di verifica del merito del credito, in relazione agli specifici contesti in cui operano le singole filiali; c) può segnalare all’Autorità per la concorrenza ipotesi di intese o pratiche concordate, se ne riscontra gli indizi.
Sono stati inoltre disciplinati il potere di richiedere informazioni alle banche e la possibilità di avvalersi della collaborazione della Banca d’Italia. Quest’ultima Istituzione partecipa di diritto all’osservatorio, avendo quest’ultimo compiti complementari a quelli di vigilanza prudenziale in senso stretto. L’altra amministrazione coinvolta è il Ministero dello sviluppo economico, per evidenti ragioni connesse alle sue competenze istituzionali.
L’Associazione bancaria italiana e le altre Associazioni di categoria possono partecipare all’osservatorio, senza diritto di voto, con funzioni informative e di rappresentanza degli interessi.